Ricerca e l’innovazione: le risorse del PNRR sono il motore della ripresa

La terza edizione della Relazione sulla ricerca e l’innovazione in Italia – Analisi e dati di politica della scienza e della tecnologia del CNR lo conferma: la spesa per R&S in rapporto al PIL è in lieve ripresa, così come l’aumento del personale addetto, e si conferma una quantità di pubblicazioni scientifiche significativa. Restano però alcuni elementi critici: la quota di popolazione con il dottorato di ricerca, quella di donne nelle STEM e il divario salariale di genere.
In ogni caso, le risorse destinante alla ricerca e sviluppo previste nel PNRR ammontano a circa 17 miliardi di euro, circa il 7,5% complessivo del totale. La maggior parte si concentrano su ricerca applicata e sviluppo sperimentale (10 miliardi), ricerca di base (4 miliardi), azioni trasversali e di supporto (1,88 miliardi) e trasferimento tecnologico (380 milioni). 

Cresce la spesa per R&S in rapporto al PIL

Il PNRR costituisce un’occasione irripetibile “per instaurare il circolo virtuoso tra ricerca e innovazione e sviluppo economico e sociale del paese – afferma Maria Chiara Carrozza, presidente del CNR – e avviare numerosi progetti di sviluppo scientifico e tecnologico e nuove collaborazioni tra mondo accademico, amministrazione pubblica, enti locali e industria”.
In Italia la spesa per R&S in rapporto al PIL è in lieve ripresa (1,4%), poiché gli stanziamenti pubblici hanno smesso di ridursi. Anche l’andamento del personale addetto alla R&S cresce, grazie all’incremento del personale nelle imprese, che ha raggiunto 218 mila addetti.

Superare il preconcetto della separazione fra ricerca pubblica e privata

“Anche guardando i dati della Relazione si conferma che come mondo della ricerca dobbiamo superare alcune vecchie logiche – commenta il ministro dell’Università e ricerca Maria Cristina Messa -. Tra queste, l’antitesi fra ricerca di base e applicata: la ricerca deve essere di qualità e finanziata in quanto tale, sia quella guidata da curiosità che quella applicativa, che devono coesistere senza contrapposizioni o trasformarsi l’una nell’altra. Dobbiamo inoltre superare il preconcetto della separazione fra ricerca pubblica e privata, che allontana le imprese con cui gli enti di ricerca hanno sempre attivato collaborazioni, mentre le università hanno conosciuto delle fasi diverse, un gap che va recuperato”.

Nasce il Dottorato Industriale

Per aumentare lo sbocco professionale dei dottori di ricerca nell’industria è stata introdotta una nuova tipologia, il Dottorato Industriale, dove il dottorando è guidato da tutor aziendali e accademici e svolge parte del suo percorso in azienda.
Per promuovere il Dottorato Industriale, Confindustria e CNR hanno elaborato progetti per borse in cui ricerca e impresa siano protagonisti del processo finalizzato alle esigenze delle imprese. E i primi esperimenti sembrano fornire segnali incoraggianti.

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