Industria 4.0 nelle imprese manifatturiere

Le aziende manifatturiere conoscono le opportunità offerte dal Piano Nazionale Transizione 4.0: l’83% delle imprese intervistate dall’Osservatorio Transizione Industria 4.0 della School of Management del Politecnico di Milano, conosce il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali, il 55% quello per ricerca, sviluppo e innovazione e il 52% quello per la formazione. Le aziende auspicano però che il Piano sia affiancato da altre forme di incentivo per accompagnare la crescita del mercato. Nei prossimi sei mesi le esigenze più sentite sono sgravi fiscali (55%) e incentivi per l’assunzione di personale (41%), mentre nei prossimi due anni le aziende indicano il rilancio di forme di iper e super ammortamento su beni strumentali (48%).

L’Industrial Smart Working

Durante la pandemia lo smart working si è diffuso anche nelle imprese manifatturiere. Il 37% ha introdotto forme di flessibilità nella gestione degli orari di lavoro, il 28% utilizza strumenti per tracciare le competenze, il 19% monitora le condizioni di salute dei lavoratori e il 17% lascia libera scelta fra lavoro in presenza o in remoto. Sono state remotizzate il 40% delle attività di formazione, controllo della qualità e monitoraggio degli impianti, e il 25-30% delle attività di manutenzione, gestione delle officine, collaudo delle macchine. I benefici? Sono aumentate flessibilità (67%) e tempestività di risposta ai problemi (55%), è migliorato il work-life balance (62%), anche se sono cresciuti stress e carico di lavoro (16%).

Le tecnologie 4.0 per la sostenibilità

Le imprese manifatturiere sono sempre più consapevoli del vantaggio competitivo offerto dall’impegno per la sostenibilità: il 15% ha già terminato progetti di sostenibilità nell’ambito delle operations, circa un terzo ne ha attivati alcuni e solo il 3% non è interessato. Le aziende monitorano soprattutto indicatori relativi agli scarti di processo (51%), consumo di acqua, materiali ed energia (48%), ma un quarto del campione ancora non misura alcun indicatore di performance relativo alla sostenibilità. Le principali barriere all’impiego del digitale per migliorare la sostenibilità sono la mancanza di cultura aziendale (37%), di indicatori che colleghino la performance di sostenibilità al valore aziendale (30%) e la difficoltà a comprendere quali siano i benefici attesi (29%).

I servizi 4.0

Nel 2020 i servizi 4.0 hanno raggiunto un valore di circa 275 milioni di euro, spinti soprattutto dalla consulenza operativa, mentre la consulenza strategica continua a trovare poco spazio. Le aziende di consulenza sono riuscite a trasferire le attività sui canali digitali, riducendo i possibili effetti della pandemia e aprendosi a un modello di business basato sulla fornitura di prodotti e servizi più sostenibili e di valore per il cliente (Servitization 4.0). Due terzi delle imprese oggi è abituato a utilizzare beni strumentali e software a fronte di un canone mensile o annuale, ma le opportunità offerte dalla connessione dei macchinari sono ancora poco sfruttate. Solo un quarto usa servizi informativi associati a un macchinario, meno di un’azienda su dieci utilizza servizi per migliorare la gestione energetica, e meno del 5% ha sviluppato soluzioni di manutenzione predittiva.

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