Come le Pmi hanno gestito le difficoltà innescate dalla pandemia

Pressoché tutte le imprese italiane, le grandi e a maggior ragione le piccole, si sono dovute confrontare con l’improvvisa e dura crisi innescata dalla pandemia da covid-19. E le modalità di risposta alle difficoltà sono state differenti e, in alcuni casi, anche sorprendenti. C’è chi ha lanciato nuovi prodotti sul mercato e chi invece ha cercato di contenere i danni, tagliando spese e costi. Come afferma Steven Callander, professore di economia politica alla Stanford Graduate School of Business, “l’obiettivo è gestire una crisi come se fosse un problema di management” e sfruttarlo per “prosperare sotto i riflettori”. Durante la pandemia, le decisioni da prendere sono state particolarmente complesse. Le aziende hanno dovuto prendere in considerazione non solo le loro capacità di business, ma anche fattori esterni come lockdown, nuovi requisiti sanitari e un cambio radicale di stile di vita.

La risposta delle Pmi

L’aspetto più sorprendente, come dicevamo, è che circa il 30% delle piccole imprese italiane ha affrontato la crisi di petto, lanciando nuovi prodotti o servizi, come rivela un recente studio di Kaspersky. Ma c’è anche una grande percentuale (circa il 18,5%) che ha optato per l’ingresso in nuovi settori di business. Per le aziende operanti in settori quali eventi, intrattenimento, arte e cultura, o anche nel settore sanitario, questo può voler dire offrire un’alternativa digitale alle attività fisiche proposte. Oppure, negozi e ristoranti possono ampliare la loro offerta abilitando le vendite online e a domicilio. Le aziende produttrici invece potrebbero iniziare a produrre mascherine, disinfettanti e altri prodotti sanitari o concentrarsi su beni per il comfort domestico. Altre imprese ancora si sono focalizzate sui tagli: al budget aziendale (37%), riduzione degli stipendi o degli orari di lavoro (27%) e riorganizzazione del budget o blocco dei piani di investimento (35%). Un’azienda italiana su venti ha dovuto adottare misure più severe come il licenziamento dei dipendenti (5%). Ancora, varie aziende hanno scelto di di permettere a quasi tutti i dipendenti di lavorare da remoto (36%).

Decisioni difficili

“Anche se alcune decisioni sono state difficili da prendere, erano necessarie” ha commentato Andrey Dankevich, Senior Product Marketing Manager di Kaspersky. “Fortunatamente, il sentimento generale riguardo a come è stata affrontata la pandemia è alquanto positivo tra le piccole imprese: Il 68% ha affermato che la loro attività ha risposto bene alla situazione di crisi. Questa esperienza ci aiuterà ad affrontare meglio le sfide future, a potenziare i piani e i processi di investimento, ad andare incontro alle novità senza paura e a diventare più digitali. Inoltre, i prodotti e i servizi lanciati durante la pandemia continuano ad essere rilevanti perché le restrizioni anti-Covid-19 sono ancora in vigore e le persone continuano a seguire le abitudini digitali acquisite durante la pandemia”.

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