Per l’83% degli italiani il digitale sarà protagonista anche dell’economia

Il digitale, in tutte le sue forme, è ormai centrale nella vita quotidiana, e la maggioranza degli italiani è favorevole a inserirlo nella Costituzione, in particolare, per la cultura e l’educazione dedicata.
Se per tantissimi italiani è chiaro che il digitale sarà protagonista anche del futuro dell’economia (lo pensa l’83%) il 55% vorrebbe appunto che la cultura digitale e l’educazione al digitale venissero inserite nella Costituzione italiana.

Sono alcune evidenze emerse dalla ricerca dal titolo ‘Il digitale popolare’, promossa da Fondazione Italia Digitale e Istituto Piepoli.
La ricerca è stata illustrata durante il Festival del Digitale Popolare, che si è tenuto a Torino a inizio ottobre.

Opportunità e “storture” della rivoluzione digitale vanno affrontate senza paura

La ricerca affronta a largo spettro i principali aspetti del rapporto tra gli italiani e il digitale, e analizza ambiti che vanno dall’istruzione e la formazione alle fake news, dal metaverso e l’Intelligenza artificiale generativa a cibo e alimentazione, gli strumenti digitali per misurare le prestazioni sportive, la sostenibilità, e l’impiego nella Pubblica amministrazione.

Secondo Francesco Di Costanzo, presidente Fondazione Italia Digitale, il digitale, inoltre, “Dovrebbe essere inoltre materia di studio a partire dalla scuola primaria. Le opportunità e anche le ‘storture’ della rivoluzione digitale da gestire vanno affrontate senza paura, ma con una forte conoscenza, consapevolezza, competenza a tutti i livelli: Pubbliche amministrazioni, imprese, professionisti, cittadini”.

L’importanza del digitale nella gestione della vita quotidiana

Insomma, “È un plebiscito – spiega Livio Gigliuto, direttore generale Fondazione Italia Digitale e Presidente Istituto Piepoli -: più di 8 italiani su 10, giovani e meno giovani, da nord a sud, reputano importante il digitale nella gestione della vita quotidiana, e la maggioranza degli italiani, al contrario di quanto si potrebbe pensare, ha più relazioni di prima, proprio grazie agli strumenti digitali”.

Un Paese tecno-ottimista sedotto dall’innovazione

“La politica ha ottenuto un indubbio vantaggio dal digitale: grazie ai social i politici sono più familiari al 30% degli italiani. Sette italiani su dieci si sono rivolti a web e social per didattica e formazione, mentre un italiano su due vuole fare esperienza nel metaverso. Prevalgono gli ottimisti anche nei confronti dell’Intelligenza artificiale – aggiunge ancora Livio Gigliuto all’Adnkronos -. L’Italia si conferma quindi un Paese sedotto dall’innovazione, attraversato da un ‘tecno-ottimismo’ consapevole e maturo, di chi è abituato, anche con la testa nel metaverso, a stare con i piedi per terra”.

Fake news: difficile scoprirle, ma per quasi il 30% non esistono

Per il 76,5% degli italiani le fake news sono sempre più sofisticate e difficili da scoprire e il 20,2% crede di non avere le competenze per riconoscerle. Ma il 29,7% nega l’esistenza delle bufale e pensa che non si debba parlare di fake news, ma di notizie vere che vengono deliberatamente censurate dai palinsesti. Inoltre, il 75,1% della popolazione ritiene che con l’upgrading tecnologico verso l’Intelligenza Artificiale sarà sempre più difficile controllare la qualità dell’informazione, riporta Ansa.
Emerge dal Rapporto Ital Communications-Censis dal titolo ‘Disinformazione e fake news in Italia. Il sistema dell’informazione alla prova dell’Intelligenza Artificiale’.

Tanta informazione, soprattutto online

Pandemia e vita digitale hanno spinto in avanti la domanda di informazione degli italiani, in un processo che sembra inarrestabile. Oggi circa 47 milioni di italiani (93,3%) si informa abitualmente su almeno una delle fonti disponibili, l’83,5% sul web e il 74,1% sui media tradizionali. Di contro, circa 3 milioni e 300mila (6,7%), hanno rinunciato a un’informazione puntuale, mentre 700mila non si informano affatto. Al palinsesto dato, e uguale per tutti, si è sostituito il palinsesto personalizzato, con un primato dello schermo e del linguaggio audiovisivo. Il risultato è che solo il 13,8% si rivolge a un’unica fonte di informazione, soprattutto over64, che si limitano alla fruizione dei media tradizionali.

La dieta mediatica degli italiani

Il 79,5% consulta invece più di due fonti informative e il 62,9% ne consulta tre o più.
Si tratta di dati positivamente correlati con l’età e il titolo di studio: più si è giovani e scolarizzati, maggiore è il numero delle fonti da cui si attingono notizie. La combinazione di più fonti informative a comporre il palinsesto di ciascuno si riflette anche in un bilanciamento di fonti online e offline, tradizionali e no nella dieta mediatica individuale. Il 64,3% degli italiani dichiara di utilizzare un mix di fonti informative, tradizionali e online, un 9,9% attinge solo ai media tradizionali e un 19,2%, poco meno di 10 milioni di italiani, si affida esclusivamente alle fonti online. Questi ultimi, soprattutto giovani, sono i più esposti a disinformazione e fake news.

Molta comunicazione e tanta confusione: il caso riscaldamento globale

Il riscaldamento globale è un caso esemplare di comunicazione eccessiva e poco chiara, che alimenta cattiva informazione, catastrofismo e negazionismo, rischiando di provocare effetti non desiderati sui modi di pensare e sui comportamenti della popolazione. Il 34,7% degli italiani è convinto che ci sia un allarmismo eccessivo sul cambiamento climatico e il 25,5% ritiene che l’alluvione di quest’anno sia la risposta più efficace a chi sostiene che si sta progressivamente andando verso la desertificazione.
I negazionisti, convinti che il cambiamento climatico non esista, sono il 16,2% della popolazione. Gli individui più fragili, i più anziani e i meno scolarizzati, sono quelli che appaiono più confusi e meno in grado di comprendere il problema nella sua complessità.

Gli italiani risparmiano con i saldi estivi, ma non rinunciano alle vacanze 

Inflazione, costi energetici e attenzione per l’ambiente spingono quasi 6 italiani su 10 a risparmiare sulla quantità di ciò che acquistano e a contenere i consumi energetici. Nondimeno, gli italiani non intendono rinunciano alle vacanze estive. E se il turismo nazionale guida le preferenze c’è chi torna a viaggiare all’estero È quanto rileva l’Holiday Shopping Outlook, di Bain & Company Italia realizzato in collaborazione con Toluna.
“In vista dei saldi estivi, oltre un italiano su quattro spenderà di più rispetto all’anno precedente, tendenza comune per uomini e donne, e particolarmente accentuata nelle generazioni più giovani – commenta Andrea Petronio, Senior Partner e Responsabile Retail di Bain & Company Italia -. Il budget di spesa medio previsto si attesta sui 176 euro”.

Più Outlet e grandi magazzini meno acquisti online

L’abbigliamento come sempre sarà il più gettonato durante i saldi (82%), seguito dai prodotti per la cura della persona (29%) e gli alimentari (26%). Rispetto alla stagione invernale aumentano di rilevanza nelle scelte dei consumatori grandi magazzini, Outlet o negozi a basso prezzo, a conferma della crescente ricerca di convenienza, mentre si normalizza il canale online. E la sostenibilità svolge un ruolo sempre più importante nelle decisioni di acquisto: il 61% dei consumatori è orientato ad acquistare prodotti sostenibili anche durante i saldi estivi, soprattutto tra le fasce di età più giovani.

Aumentano i vacanzieri rispetto al 2022

“Anche le aspettative degli italiani sulle proprie vacanze sono in forte crescita quest’anno, con un aumento dal 56% al 78% di coloro che partiranno rispetto al 2022 – prosegue Petronio -. L’Italia rimane la meta preferita, mentre per chi andrà all’estero l’Europa guida la classifica con il 77% delle preferenze, seguita da Nord America (10%) e Asia (9%). La durata delle vacanze per la maggior parte degli italiani sarà di 1 o 2 settimane”.
Il mare rimane la meta preferita per il 72% degli italiani, seguito dalle città d’arte (32%) e dalla montagna (27%).

Hotel, casa in affitto, B&B o ospiti da amici

Per quanto riguarda l’alloggio, circa la metà degli italiani opterà per soggiorni in hotel, seguiti da case in affitto o B&B (43%), case di proprietà o di amici e parenti. Quanto alla spesa, il 37% degli italiani prevede di spendere di più rispetto all’anno scorso, mentre solo il 10% prevede di risparmiare per le vacanze. In media, gli italiani hanno messo a budget circa 1.180 euro, spesa in larga parte destinata all’alloggio. Oltre la metà degli italiani prenota autonomamente le vacanze online, con l’eccezione dei Boomers, che preferiscono prenotare ‘in loco’ (30%) o essere ospitati da amici (14%).

Musei e Teatri: nel 2022 ricavi quasi a livello pre-pandemia

Nel 2022, musei, monumenti e aree archeologiche italiane hanno registrato in media solo il 7% in meno di visitatori e il -4% delle entrate rispetto al 2019. Analoga situazione per i teatri, i cui ricavi da botteghino si rivelano in calo solo del 6% rispetto al pre-pandemia. Anche la ripartizione delle entrate di musei e teatri è tornata a rispecchiare la situazione pre-pandemica, con una media del 36% di ricavi provenienti da biglietteria (37% nel 2019). Sono alcune evidenze emerse dalle indagini dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali della School of Management del Politecnico di Milano.

Dalla biglietteria al Metaverso

Oggi il 72% di musei, aree archeologiche e monumenti offre almeno uno strumento per arricchire l’esperienza di visita onsite, con prevalenza di QR-code e beacon, seguiti da audioguide e touch screen. L’ambito di investimento considerato prioritario si conferma anche per il 2023 la catalogazione e digitalizzazione delle collezioni, ma si registra un ulteriore passo avanti dei musei per la biglietteria online (46%, +8% rispetto al 2022). Per i teatri, gli ambiti prioritari di investimento restano marketing, comunicazione e customer care, seguiti da ticketing e gestione delle prenotazioni.
La trasformazione digitale del comparto si traduce anche in aumento dei musei che producono podcast (dal 9% al 16% in un anno), mentre circa uno su quattro sta acquisendo informazioni riguardo a Metaverso e Blockchain, e un piccolo cluster di sperimentatori sta già realizzando progetti legati soprattutto alla creazione di NFT su opere digitali o digitalizzate.

Droni e sostenibilità ambientale

Le istituzioni culturali si stanno muovendo anche su ambiti di frontiera, come i droni. Il 18% di musei, monumenti e aree archeologiche ha già realizzato progetti in cui vengono impiegati questi strumenti, nella maggior parte dei casi per attività di valorizzazione, digitalizzazione della collezione, sviluppare contenuti 3D o scansione di siti archeologici.
L’83% delle istituzioni museali italiane ha poi intrapreso almeno un’iniziativa in relazione alla sostenibilità ambientale, e molto simile è la situazione dei teatri (84%). Al primo posto tra gli ambiti di intervento è l’efficientamento energetico degli impianti (53% delle istituzioni), seguito da riuso e riciclo dei materiali (49%) e attività di sensibilizzazione del personale sui comportamenti sostenibili (45%).

L’attenzione all’accessibilità

I musei italiani sono al lavoro per migliorare le condizioni di accessibilità ai servizi, che nel 2023 risultano ancora non soddisfacenti per molti aspetti. Il 38% presenta barriere architettoniche per accesso fisico e mobilità negli edifici e il 51% non offre alcun servizio per il superamento delle barriere cognitive e senso-percettive. La situazione è invertita in ambito teatrale, dove l’87% è attrezzato per il superamento delle barriere architettoniche, e il 28% è attrezzato per far fronte alle barriere cognitive sensoriali. Per ampliare la possibilità di relazione con il pubblico dalla pandemia le istituzioni culturali continuano a introdurre servizi e contenuti digitali. Il 60% dei musei offre visite guidate, laboratori, workshop o altri contenuti online, e il 24% dei teatri propone spettacoli online.

Nel 2023 il turismo cresce con la sostenibilità 

Il settore del turismo si prospetta molto positivo per il 2023, con trend di crescita elevati. Una novità centrale nelle scelte di viaggio è oggi la sostenibilità. Secondo un’indagine condotta dal Centro di ricerca sulla televisione e gli audiovisivi (CeRTA) e Cattolica per il Turismo, in collaborazione con Publitalia ’80, oltre il 70% dei viaggiatori italiani, europei e americani considera la sostenibilità un fattore cruciale nelle scelte di viaggio. Questa tendenza influenzerà l’identificazione della meta per le vacanze per oltre 200 milioni di presenze turistiche in Italia.

La salvaguardia dell’ambiente è una priorità 

Il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, ha sottolineato che un numero crescente di persone si orienta consapevolmente verso il turismo sostenibile per preservare l’ambiente e le comunità. Sebbene l’Italia abbia un vantaggio in termini di sostenibilità culturale grazie alla ricchezza e alla diversità del suo patrimonio artistico, storico, enogastronomico e paesaggistico, è necessario migliorare la sostenibilità ambientale, ad esempio utilizzando mezzi di trasporto a basso impatto e promuovendo le pratiche green delle strutture ricettive.
Il ministro ha indicato che l’obiettivo futuro è fare del turismo la principale industria della nazione, sottolineando il ruolo cruciale della comunicazione nel definire l’attrattività dei territori italiani e la percezione della loro sostenibilità. È necessario aiutare gli operatori turistici a diversificare l’offerta.

L’Italia si conferma fra le destinazioni turistiche top

L’indagine ha confermato che l’Italia è un marchio consolidato e una delle destinazioni più popolari in Europa. Il 2022 è stato un anno di avvicinamento ai livelli pre-pandemia per i flussi turistici, grazie sia  alla domanda interna sia alla forte accelerazione di quella estera. Nel 2023, l’81% degli intervistati italiani, europei e americani prevede di viaggiare quanto o più rispetto al 2022, segnando un sorpasso sul 2019.

Nella scelta di viaggio almeno un criterio di sostenibilità

La sostenibilità gioca un ruolo strategico nella ripresa del settore turistico. La ricerca ha evidenziato che per il 72% dei viaggiatori la scelta di viaggio è influenzata da almeno un criterio di sostenibilità, come mezzi di trasporto, destinazioni, strutture ricettive, impatto ambientale e culturale, tradizioni e produzione locale. In sintesi, oltre 200 milioni di presenze in Italia sono sensibili alla percezione di sostenibilità. In prospettiva, il ruolo della sostenibilità acquisterà un peso sempre maggiore. Il 77% degli intervistati afferma infatti che ne terrà conto nelle proprie intenzioni di viaggio nei prossimi due anni. 

Un’occasione per consolidare il primato dell’Italia 

L’industria delle crociere in particolare prevede un anno record nel 2023, con una forte attenzione alla sostenibilità in tutte le fasi dell’esperienza di viaggio. La sostenibilità è quindi un elemento chiave per il turismo nel 2023, non solo per la salvaguardia dell’ambiente, ma anche per la valorizzazione delle tradizioni culturali, l’economia locale e la soddisfazione complessiva dei viaggiatori. L’Italia ha la possibilità di sfruttare il suo incredibile patrimonio e adottare pratiche sostenibili per consolidare la sua posizione come una delle principali destinazioni turistiche al mondo.

Italia, incertezza e crescita: come si conciliano questi due aspetti?

Incertezza economica e cambiamenti significativi stanno caratterizzando il periodo attuale. A livello globale, l’inflazione, la povertà e la disuguaglianza sono le maggiori preoccupazioni espresse dai cittadini del mondo. In Italia in particolare, a marzo, l’Istat ha rilevato un aumento del clima di fiducia e una diminuzione dell’inflazione, ma queste metriche sono poco stabili e possono generare incertezza.

La situazione italiana: cala il pessimismo

Analizzando la situazione italiana in modo più dettagliato, una rendete nota dell’Ipso evidenzia alcuni parametri interessanti. Innanzitutto, c’è un calo dei pessimisti sulle prospettive economiche del Paese. In secondo luogo, si registra una lieve risalita del numero dei nuclei familiari che riescono a risparmiare. Infine, c’è una maggiore propensione al consumo di beni e servizi per i prossimi 12 mesi. Tuttavia, questi tre parametri offrono comportamenti diversi a seconda della situazione e ciò suggerisce che i consumatori agiscono intuitivamente per scenari.

Per le aziende: più strategia, meno tattica

In un periodo di transizione permanente, caratterizzato da transizioni ecologiche, energetiche, digitali, lavorative e demografiche, le aziende spesso tendono a restare sulla difensiva. Allo stesso tempo, c’è la necessità di fare più strategia e meno tattica, di avere un atteggiamento più aperto all’ascolto del mercato e di essere più coraggiosi. Per governare l’incertezza, è necessario superare l’analisi tradizionale e adottare un approccio di foresight, che consideri gli eventi eccezionali come parte integrante del processo di previsione del futuro. Ipsos Strategy3 utilizza un framework chiamato “The theory of change”, basato su due pilastri: il primo riguarda le forze certe e trasformative che regolano il nostro mondo, mentre il secondo considera le forze meno certe, che devono essere modellizzate in modo più raffinato per capirne l’impatto.

I quattro macro scenari

Le quattro macro-scenari che emergono dal nostro framework sono: Familiar Power, Local Power, Transforming Power e Fractured Power. Gli scenari sono solide storie sul futuro fondate su evidenze e insights. Nella migliore delle ipotesi, queste storie sono costruite a partire da un processo di previsione divergente, creativo e collaborativo, dove gli insights vengono raccolti sia all’interno dell’organizzazione che all’esterno. Gli scenari sono presentati come narrazioni sul futuro che esplorano le differenze – mondi che sono tutti plausibili, distinti, chiari e stimolanti. Questi potrebbero sembrare semplici, ma questa semplicità racchiude una grande ricchezza di dettagli e di lavoro analitico. Il risultato finale sono storie che chiunque può capire e che funzionano all’interno della cultura aziendale. In questo modo, è possibile identificare le opportunità di crescita a breve e lungo termine e navigare l’incertezza con agilità.

Cybercrime, servono 3 milioni di addetti per fronteggiare la minaccia

Il Rapporto Annuale sulle Minacce Informatiche di Thales in Italia rivela un preoccupante aumento degli attacchi informatici, con il direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Bruno Frattasi, che sottolinea come tanti attacchi non vengano denunciati per timore di perdere credibilità. “C’è una parte di questi attacchi che non conosciamo, una parte sommersa che per molti motivi non conosciamo. Si tratta a volte si tratta di attacchi ‘invisibili’ ossia non individuabili se non con molto ritardo, ma c’è anche riluttanza a dire di essere attaccati, si teme di perdere la reputazione e non ci si vuole mostrare parte sommersa che forse pesa di più deboli”, ha specificato Frattasi.

E’ diventata la terza economia mondiale

Il settore del Cybercrime rappresenta oggi la terza economia mondiale, subito dopo quella di Stati Uniti e Cina: una minaccia urgente che per essere fronteggiata ha bisogno di 3,4 milioni di persone specializzate in cybersicurezza.
“Si stima che il mondo del Cyber Crime sia la terza economia mondiale, subito dopo Stati Uniti e Cina”, a dirlo a Roma in occasione della cerimonia di premiazione dei vincitori di Cyber X Mind4Future, il programma di formazione evoluta ed esperienziale sui temi della sicurezza cibernetica ideato da Leonardo e il centro di competenze Cyber4.0, è stato Tommaso Profeta, Managing Director della Divisione Cyber & Security Solutions di Leonardo.
“Una dimensione rilevantissima – ha sottolineato Profeta – da cui si capisce quale sia la necessità di dotarsi di figure professionali capaci di fronteggiare la minaccia. Ad oggi sono 3,4 milioni le persone che mancano nel mondo per colmare questo gap”. Numeri che testimoniano la necessità di puntare in modo deciso sulla formazione di giovani esperti e acne in generale di aumentare la consapevolezza dei pericoli del mondo digitale, tanto che l’85% degli attacchi vanno a buon fine a causa di un qualche errore umano.

Formazione ad hoc per fronteggiare le minacce

Per far fronte a questa minaccia, la Cyber & Security Academy di Leonardo si propone di formare nuovi operatori tecnici del settore e aumentare la sensibilizzazione a queste tematiche anche a personale non specializzato ma con ruoli chiave all’interno di aziende o pubblica amministrazione. La necessità di aumentare la consapevolezza dei pericoli del mondo digitale è fondamentale, considerando che l’85% degli attacchi ha successo a causa di un errore umano. Il Rapporto Annuale sulle Minacce Informatiche di Thales rivela inoltre che più della metà delle aziende (51%) non ha un piano per proteggersi, evidenziando la necessità di agire in modo deciso per garantire la sicurezza informatica.

Sostenibilità: il driver delle scelte individuali consapevoli

Essere quello che si mangia non influenza solamente il singolo individuo, ma anche chi lo circonda e l’ambiente. In occasione del World Earth Day del 22 aprile, HelloFresh.it ha commissionato una ricerca sulla consapevolezza degli italiani in ambito sostenibilità, e su quali sono i comportamenti messi in atto tutti i giorni. Anche le azioni più piccole infatti hanno le potenzialità per cambiare il mondo. I comportamenti individuali hanno un peso, e per quanto riguarda la sostenibilità ogni singola scelta in ambito di alimentazione, o di consumo in generale, può avere un impatto sul Pianeta.

I comportamenti del singolo nella quotidianità

La consapevolezza e i conseguenti comportamenti sostenibili degli italiani hanno avuto un’evoluzione stabile e positiva. Partendo dalla quotidianità, l’efficienza energetica degli elettrodomestici si dimostra essere un aspetto fondamentale. Le ricerche online a tal proposito sono cresciute dell’800%, seguite dalla componente green dei viaggi (+400%), e dell’abbigliamento (+250%). L’impegno del singolo non si limita esclusivamente alla fase di acquisto, ma coinvolge anche il riciclo dei materiali. L’attenzione nei confronti della raccolta differenziata si attesta in crescita, infatti le ricerche per il corretto smaltimento dei rifiuti sono aumentate del 162%. 

Una priorità anche ai fornelli

Soprattutto ai fornelli la sostenibilità rappresenta una priorità importante. Sempre più italiani si chiedono come cucinare in modo sostenibile, con un incremento del 200% delle ricerche online. Particolare interesse anche per quanto riguarda la stagionalità degli ingredienti, un elemento imprescindibile per l’80%. Ma quando si tratta di scelte d’acquisto consapevoli, riferisce Ansa, anche l’origine degli alimenti ricopre un ruolo preponderante, infatti le ricerche per questa categoria hanno subito un aumento del 125%, segnale dell’importanza che riveste la filiera corta al momento degli acquisti.

Limitare le emissioni indirette di anidride carbonica

“La direzione delle scelte consapevoli degli italiani è chiara e vira sempre più verso la sostenibilità – commenta Giulietta Arioli, Responsabile dello sviluppo prodotto, ingredienti e ricette di HelloFresh Italia -. Ad esempio, consegnare direttamente a casa una box contenente le ricette selezionate con tutti gli ingredienti già pre-porzionati nelle giuste quantità aiuta i nostri utenti a evitare a monte gli sprechi. Lavoriamo, inoltre, per limitare le emissioni indirette di anidride carbonica, utilizzando imballaggi prevalentemente in materiale riciclabile e solo nella quantità indispensabile per garantire la freschezza degli ingredienti. Ci impegniamo inoltre a prediligere prodotti di stagione e a ridurre le distanze tra produttori, prevalentemente locali, e i nostri centri logistici, così da minimizzare i chilometri da coprire”.

ChatGPT comporta rischi di cybersecurity per gli utenti?

ChatGPT è il prototipo di chatbot basato su AI e machine learning realizzato da OpenAI che simula il linguaggio umano e con cui è possibile conversare. L’acronimo GPT (Generative Pre-trained Transformer) significa letteralmente ‘trasformatore pre-addestrato generativo’. I transformer sono un tipo avanzato di modelli di linguaggio basati su machine learning. In particolare, ChatGPT è l’evoluzione di un modello anteriore chiamato GPT-3.5, ottenuto tramite apprendimento supervisionato e apprendimento per rinforzo. Di fatto, se ChatGPT per molti è una rivoluzione tecnologica che stravolgerà l’intera società, c’è chi si chiede se sia pericoloso per l’integrità delle persone online e offline. Ad esempio, se possa essere utilizzato da criminali informatici per rendere più efficaci i cyber attacchi.

Un modello in continuo “apprendimento”

Le applicazioni pratiche di GPT sono molte: chatbot personalizzata, traduzione automatica, creazione e analisi di contenuti, produzione di notizie e contenuti informativi, completamento e suggerimento di testo, sintesi vocale e comprensione del testo. In queste ultime fasi di apprendimento dello strumento sono intervenuti esseri umani che hanno addestrato il modello interagendo con esso e alimentandolo con le proprie conversazioni. In seguito a questi miglioramenti, ChatGPT fornisce risposte più articolate, pertinenti e reali. Negli ultimi mesi, esperti di tutti i campi si sono avvicendati mettendo alla prova ChatGPT e alcuni hanno sollevato dubbi sulla sicurezza informatica, sostenendo che possa essere utilizzato per creare nuovi malware e nuove minacce informatiche per gli utenti.

I tre pericoli per la sicurezza

Panda Security ha individuato 3 principali pericoli di cybersicurezza legati a ChatGPT: email di phishing, script dannosi e malware, e social engineering.
ChatGPT potrebbe essere infatti utilizzato per scrivere e-mail e testi per siti di phishing senza i soliti errori ortografici che aiutano a riconoscere i tentativi di phishing.
Inoltre, se ChatGPT ha una funzionalità di moderazione dei contenuti che risponde ai criteri morali dei suoi sviluppatori, se venisse alimentato con stringhe di codice dannoso sarebbe in grado di replicarle e combinarle. Potenzialmente, poi, è possibile fare domande a ChatGPT e ottenere informazioni per confezionare un attacco di spear phishing o social engineering ai danni di una persona. Tutto dipende da quante informazioni sono online e vengono incluse nel feeding del modello.

Attenzione ai falsi account di OpenAI

Di fatto, i cybercriminali ne hanno già approfittato. Hanno infatti elaborato una campagna sui social network dove hanno creato account simili a quelli ufficiali di OpenAI, che però promuovono download di un programma fittizio come client desktop per ChatGPT. Scaricato come un file eseguibile, apparentemente il programma non completa il processo di installazione. In realtà, prosegue all’insaputa dell’utente installando un Trojan stealer progettato per rubare informazioni relative agli account salvati sui browser. In particolare, cookie e credenziali di accesso dagli account di Facebook, TikTok e Google (soprattutto quelli riconducibili ad aziende per ottenere informazioni sensibili aggiuntive).

Confcommercio: a febbraio 2023 Pil -0,4%

Secondo le stime di Confcommercio a febbraio 2023 il Pil dovrebbe registrare una riduzione dello 0,4% congiunturale e una crescita dello 0,6% tendenziale. Pur in presenza di un rimbalzo nel mese di marzo, il primo trimestre si chiuderebbe con una moderata riduzione, confermando l’ipotesi di una contenuta recessione a cavallo del 2022-2023. Il processo di rientro dell’inflazione, seppure appare ormai avviato con la discesa (a gennaio 10,1% vs 11,6% dicembre), è ancora caratterizzato da molti elementi di incertezza. Le tensioni ancora presenti nel sistema, sottolineate da un’inflazione di fondo in crescita anche a gennaio, rendono difficile immaginare il ritorno verso dinamiche più in linea con gli obiettivi della politica monetaria prima dell’ultimo trimestre dell’anno.

Uno scenario complesso e incerto

Agli sporadici segnali positivi sul versante della produzione si contrappongo le difficoltà delle famiglie a proseguire nel percorso di recupero dei consumi. A soffrire è soprattutto la domanda di beni. Inoltre, il rallentamento delle dinamiche inflazionistiche appare ancora limitato e non contiene l’erosione del potere d’acquisto di redditi correnti e ricchezza liquida, solo in parte compensata dall’intervento pubblico. A dicembre, dopo un trimestre negativo, la produzione industriale ha mostrato un incremento dell’1,6% su novembre, ma le prospettive a breve rimangono incerte, seppure connotate da elementi meno sfavorevoli rispetto ai mesi autunnali. Il mercato del lavoro ha mostrato, a dicembre, un modesto miglioramento, con una lieve crescita degli occupati: +0,2%, pari a 37mila unità.

Consumi in moderato miglioramento

A gennaio i consumi, espressi nella metrica dell’ICC, hanno registrato un moderato miglioramento nel confronto annuo con il ritorno a valori positivi (+1,0%). Una stima che però va letta con cautela, perché a gennaio 2022 si registrò la peggiore ondata di Covid-19, con la conseguente limitazione di molte attività commerciali e della mobilità. Al miglioramento tendenziale ha contribuito esclusivamente la domanda relativa ai servizi (+9,0%), mente per i beni si conferma la tendenza alla riduzione dei volumi acquistati (-1,3%). All’interno di questo aggregato, piccoli segnali di recupero si rilevano per abbigliamento e automotive. Permangono le difficoltà per alimentazione domestica, settore dei mobili ed elettrodomestici.

Prezzi al consumo: tendenze a breve termine

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo si stima per il mese di febbraio 2023 una variazione dello 0,3% in termini congiunturali e del 9,4% su base annua. Pur avviato, il processo di rientro dell’inflazione non appare privo di incognite. L’inflazione di fondo continua, infatti, a mostrare una progressiva tendenza all’aumento, evidenziando come all’interno del sistema importazione-produzione-distribuzione le tensioni non si siano ancora esaurite. Solo in autunno l’inflazione dovrebbe tornare su valori prossimi a quelli indicati come obiettivo dalla politica monetaria. La persistenza dell’inflazione su valori storicamente elevati consolida le attese di una prima parte dell’anno molto debole sul versante dei consumi.

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