Intelligenza artificiale, arriva Shelley: l’algoritmo che racconta storie horror

Anche se Halloween quest’anno è già passato, sono tantissimi gli estimatori del mondo horror. E la tecnologia si evolve per accontentare anche loro. Che il mercato dei patiti del genere sia di tutto rispetto – e anche i dati degli ultimi successi cinematografici lo dimostrano – è confermato pure dai più recenti sviluppi intrapresi dalle applicazioni dell’intelligenza artificiale.

Shelley, campione di paura

L’ultimo nato in questo ambito è un sistema di intelligenza artificiale creato dalla fantasia dei ricercatori del MediaLab del Massachusetts Institute of Technology (Mit). Si chiama Shelley, un dichiarato omaggio alla scrittrice inglese Mary Shelley, autrice del romanzo simbolo delle storie horror, Frankenstein. Per imparare a scrivere storie spaventose, e farsi un solido background, Shelley ha macinato 140.000 racconti dell’horror. ”Shelley si basa su un algoritmo di apprendimento online che impara dalle risposte del pubblico. Più le persone collaborano con Shelley più il sistema scriverà storie spaventose” ha spiegato Pinar Yanardhag, responsabile del progetto.

Un autore digitale che vive su Twitter

Ma come fa Shelley a interagire con i fan? Oggi Shelley opera su Twitter: invece dei normali cinguettii, propone agli utenti l’inizio di una nuova storia per scriverla insieme agli umani. Ovviamente a blocchi di 140 caratteri per volta. “Su Twitter, ogni ora @shelley propone l’inizio di una nuova storia horror e poi con l’hashtag #yourturn invita chiunque lo voglia a proseguire il racconto. Ognuno può rispondere al tweet con la successiva parte della storia e Shelley risponderà di nuovo. I risultati sono i primi racconti horror nati dalla collaborazione fra l’intelligenza umana e quella artificiale” spiega una nota dell’agenzia Ansa. I racconti spaventosi, nati dall’unione fra le due intelligenze, sono tutti da leggere sul sito del progetto.

Creatività senza confini

Ovviamente, la “fantasia” di Shelley non ha confini, non ha pregiudizi e anzi è in grado di imparare sempre di più. Al momento dalla collaborazione fra l’algoritmo e gli utenti di Twitter sono nati diversi racconti, decisamente originali: da quello di un uomo senza volto che si guarda allo specchio alla più tradizionale storia della città infestata dagli spettri per passare alla “favola nera” di un pavimento caratterizzato da una bocca sorridente.

Un sistema capace di imparare

La capacità creativa di Shelley ovviamente non può esaurirsi, spiegano i ricercatori. Anzi: dà la possibilità di esplorare gli eventuali limiti e le tante possibilità dell’intelligenza artificiale. Insomma, questi racconti dimostrano non solo che tutto è possibile, anche sotto il profilo tecnologico, ma anche quanto sia fervida la fantasia umana.

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