Bonus ristrutturazione 2024, quali sono i requisiti per accedervi?

Sono tantissimi gli italiani che hanno effettuato lavori all’interno delle proprie abitazioni approfittando del Bonus Ristrutturazione. Si tratta di un’agevolazione edilizia che spetta per diversi lavori realizzati negli immobili e consiste in una detrazione IRPEF del 50 per cento per le spese sostenute. In vigore ormai da qualche anno, il Bonus Ristrutturazione è stato esteso anche a tutto il 2024. Ma cosa cambia rispetto gli anni passati?

Il tetto di spesa resta a 96.000 euro

In estrema sintesi, il Bonus Ristrutturazione 2024 funziona secondo le stesse regole dell’anno precedente. Ciò significa che coloro che intendono usufruire dell’agevolazione devono rispettare determinati requisiti.

La detrazione fiscale del 50% sulle spese sostenute per lavori di riqualificazione edilizia, manutenzione ordinaria e straordinaria rimane valida fino al 31 dicembre, con un limite massimo di 96.000 euro per unità immobiliare. L’agevolazione consente di ottenere un rimborso IRPEF da diluire in 10 anni, presentando la dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui sono state sostenute le spese.

Detrazioni anche per gli arredi

Anche nel 2024, seppur con qualche modifica al tetto di spesa,  possibile accedere al bonus per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, questi ultimi a condizione che rispettino specifici requisiti energetici. Per il 2024, è prevista un’agevolazione del 50% sulle spese sostenute, con un limite di 5.000 euro, da suddividere in 10 rate annuali.

Le spese ammissibili

Le spese (e quindi i lavori) ammissibili includono interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia su parti comuni di edifici residenziali, così come su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale. Sono inclusi anche i lavori eseguiti in proprio, economia, insieme alle spese sostenute per l’acquisto dei materiali.

Per interventi legati al risparmio energetico, è importante inviare telematicamente la comunicazione all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori. Questa comunicazione è essenziale per l’accesso all’agevolazione e deve essere effettuata per opere quali la sostituzione di infissi o l’installazione di impianti tecnologici.

I documenti necessari

Per ottenere il bonus, i pagamenti devono essere effettuati tramite bonifico bancario o postale parlante, contenente tutti i dati relativi ai lavori e al beneficiario della detrazione. È opportuno conservare la documentazione relativa alle spese sostenute, alle abilitazioni amministrative, alle delibere condominiali e ad altri documenti correlati in caso di verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate.

In sintesi, il Bonus Ristrutturazione 2024 offre la possibilità di ottenere agevolazioni fiscali per una vasta gamma di interventi edilizi, purché siano rispettate le procedure e i requisiti stabiliti.

AI e IoT trasformano le imprese ma aggravano i rischi per la sicurezza

Per aiutare le aziende ad affrontare i cambiamenti che comporta l’uso delle tecnologie interconnesse, Kaspersky ha realizzato la ricerca ‘Connecting the future of business’, che ha coinvolto 560 responsabili senior di IT security provenienti da Nord America, America Latina, Europa, Medio Oriente e Africa, Russia e Asia-Pacifico.

AI e IoT costituiscono una rete in continua crescita di dispositivi, applicazioni e sistemi collegati a Internet e tra loro. Trasformano le imprese, consentendo di raccogliere più dati e automatizzare i processi, ma comportano anche nuovi rischi e sfide per la sicurezza delle risorse aziendali, e la protezione dei clienti.
Gli esperti consigliano quindi ai dirigenti aziendali di adottare le soluzioni di cybersecurity adeguate.

Dalla Realtà virtuale al Web 3 fino ai Data space

Kaspersky ha cercato di analizzare l’opinione degli intervistati sulle tecnologie interconnesse. Lo studio ha rivelato che oltre il 50% delle aziende ha implementato l’Intelligenza artificiale (AI) e l’Internet of Things (IoT) nelle infrastrutture aziendali. E il 33% prevede di adottare queste tecnologie entro due anni.
Oltre ad AI e IoT, le aziende iniziano a utilizzare anche Realtà aumentata (AR), Realtà virtuale (VR) e digital twins, 6G, Web 3 e Data space.

AI e IoT sono già utilizzati rispettivamente dal 54% e dal 51% delle aziende, e i data space sono invece utilizzati dal 32% delle imprese, e quasi la metà (49%) ha intenzione di adottarli nel prossimo futuro.
Digital twins, AR, VR, Web 3.0 e 6G sono utilizzate solo da un’azienda su cinque (20%-21%), ma più del 70% sta pensando di integrarle nei propri processi aziendali.

Minore è l’implementazione delle tecnologie, maggiore la difficoltà a proteggerle

A fronte di un’incredibile diffusione AI e IoT sono vulnerabili a nuovi vettori di attacchi informatici.
Il 16%-17% delle organizzazioni ritiene che AI e IoT siano difficili da proteggere, mentre solo l’8% di chi utilizza l’AI e il 12% di chi dispone dell’IoT ritiene che le proprie aziende siano completamente protette.

Tuttavia, minore è l’implementazione delle tecnologie, maggiore è la difficoltà di proteggerle, e viceversa.
Ad esempio, AR/VR e 6G, che sono meno adottati, secondo il 39%-40% delle aziende risultano essere le tecnologie più difficili da proteggere.

“Le misure di sicurezza IT devono essere rafforzate”

“Le tecnologie interconnesse offrono immense opportunità commerciali, ma inaugurano anche una nuova era di vulnerabilità a gravi minacce informatiche – ha commentato Ivan Vassunov, VP, Corporate products, Kaspersky -. Con un numero sempre maggiore di dati raccolti e trasmessi, le misure di sicurezza IT devono essere rafforzate. Le imprese devono proteggere le risorse più importanti, rafforzare la fiducia dei clienti in un panorama interconnesso in espansione e garantire risorse adeguate alla sicurezza informatica, in modo da poter utilizzare le nuove soluzioni per fronteggiare le nuove sfide della tecnologia interconnessa”. 

Perchè oggi è tanto importante investire sulla propria formazione?

In un contesto che cambia continuamente, come è quello che oggi viviamo tutti, la formazione permanente riveste un ruolo di primo piano. Continuare a imparare è infatti una sorta di diktat per chiunque ambisca non solo a emergere, ma anche a stare bene, sia a livello personale sia professionale. La rapidità con cui si evolvono le tecnologie e la frequenza con cui si presentano sempre nuove sfide possono diventare un’opportunità solo e soltanto se si ha una mentalità aperta e la volontà di imparare.

Adattarsi velocemente 

La formazione continua è l’unico “allenamento” possibile per essere in grado di adattarsi ai cambiamenti. In un’epoca in cui l’automazione e l’intelligenza artificiale stanno rivoluzionando il mondo del lavoro, chi possiede la capacità di apprendere nuove competenze ha un netto vantaggio competitivo. La velocità nell’abbracciare i cambiamenti non riguarda solo la sfera professionale, ma permea anche la vita quotidiana. 

Sfide globali e soluzioni innovative

Le sfide globali – come il cambiamento climatico, la salute pubblica, le crisi economiche – richiedono soluzioni innovative. Avere una mente aperta e la formazione continua stimolano la creatività e la pensiero critico, fornendo agli individui gli strumenti necessari per affrontare problemi complessi. Le competenze acquisite attraverso l’apprendimento possono essere applicate per contribuire a trovare soluzioni sostenibili e ad apportare cambiamenti positivi nella società.

Benessere personale e mentale

La formazione non è solo un mezzo per garantirsi un avanzamento professionale, ma anche per il miglioramento personale e il benessere mentale. Abbracciare nuovi interessi, scoprire nuove prospettive e acquisire ulteriori conoscenze sono tutti “esercizi” utili per migliorare la propria vita. Inoltre, il mantenimento di una mente attiva è associato a numerosi benefici per la salute mentale, tra cui una maggiore resilienza e una riduzione dello stress.

Accessibilità e risorse online

I cambiamenti hanno anche tanti risvolti positivi. Ad esempio l’avvento della tecnologia ha reso l’accesso alla conoscenza più accessibile che mai. Risorse online, corsi e piattaforme di apprendimento virtuale offrono tante opportunità di studio, consentendo agli individui di apprendere secondo i propri ritmi e i propri impegni. Questo accesso democratizzato all’istruzione favorisce l’inclusività e offre a persone provenienti da diverse realtà la possibilità di accedere a conoscenze preziose.

Conclusioni

In sintesi, la formazione continua è un vero catalizzatore per l’eccellenza individuale e collettiva. Attraverso il potenziamento delle proprie competenze e skills, gli individui diventano agenti di cambiamento, capaci di affrontare sfide globali, migliorare la propria vita e contribuire al progresso della società. 

Gender gap nel mondo scientifico: cosa pensano gli italiani?

Quali sono le percezioni degli italiani sulla presenza femminile nelle discipline scientifiche? E quali le possibili soluzioni per eliminare la disuguaglianza di genere ‘nella scienza’?
Risponde un’indagine condotta dal team di Ipsos Public Affairs e presentata in occasione della Giornata Internazionale delle Donne e Ragazze nella Scienza, che si celebra ogni anno l’11 febbraio per sottolineare l’importanza cruciale del ruolo delle donne nel mondo scientifico.  

Si tratta di un evento promosso dall’ONU con l’obiettivo di riconoscere e promuovere la partecipazione femminile nelle comunità scientifiche e tecnologiche sfidando gli stereotipi di genere.
Nonostante i significativi progressi degli ultimi anni, le donne infatti sono ancora sottorappresentate in molte discipline scientifiche, in particolare nel settore STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica).

Non esistono differenze in termini di predisposizione, ma…

L’opinione pubblica sostiene ampiamente che non esistono differenze in termini di predisposizione e attitudine tra ragazzi e ragazze. Più di due italiani su tre non credono che i ragazzi siano più adatti alle discipline scientifiche, e viceversa, che le ragazze siano più predisposte per le discipline umanistiche, formative o relative alla cura. 

Nonostante ciò, una ‘divisione delle competenze e capacità’ persiste in una minoranza ristretta, circa il 16%. Un antico stereotipo che tende a prevalere non tanto tra gli uomini (20% contro il 13% delle donne), ma sorprendentemente tra i più giovani: il 25% dei Millennials e addirittura il 29% degli Zoomers considerano valida questa distinzione.

Il divario esiste, la colpa è degli stereotipi 

Esiste effettivamente un divario: secondo i dati Istat del 2022, più di un uomo laureato su tre ha scelto il campo STEM, mentre solo una donna laureata su sei ha fatto la stessa scelta. Questa è una differenza significativa, che viene ignorata o riconosciuta, ma sottostimata da una parte considerevole della popolazione.

La tendenza è più evidente tra gli uomini e i giovani rispetto alle donne e alle persone di età più avanzata. 
Nonostante il fenomeno possa essere in parte sottostimato, le sue cause sono chiare. Tre italiani su cinque ritengono che siano gli stereotipi di genere a scoraggiare le donne dal perseguire una carriera nel campo scientifico. Una visione particolarmente diffusa tra le donne (due su tre) e i Boomers (72%).

Le quote rosa sono una soluzione?

Le cosiddette ‘quote rosa’, ovvero riservare una certa percentuale di posti alle donne nelle istituzioni scientifiche e di ricerca, sono una soluzione molto sostenuta dal 70% degli intervistati. Tuttavia, il supporto diminuisce tra i laureati, gli studenti e il ‘ceto dirigente’, dove meno di un terzo è d’accordo con questa misura. 

Molte altre proposte sembrano essere più apprezzate, come il miglioramento dell’equilibrio tra vita privata e lavoro, l’investimento in educazione di base attraverso programmi scolastici e campagne educative sui media tradizionali e social. E l’aumento della visibilità delle donne già presenti in posizioni di leadership nella comunità scientifica.

L’IA in Italia: qual è l’impatto socio-economico?

Il 2023 è stato sicuramente segnato dal boom dell’Intelligenza Artificiale. Questa tecnologia ha visto nei mesi passati una crescita travolgente, addirittura del 52%, tanto da raggiungere un valore di 760 milioni di euro. Tale incremento evidenzia un ulteriore accelerazione rispetto al +32% registrato nel 2022. La maggior parte degli investimenti è orientata verso soluzioni di analisi e interpretazione di testi per ricerca semantica, classificazione, sintesi e spiegazione di documenti, mentre i progetti di Generative AI rappresentano solo il 5%.

La consapevolezza degli italiani 

Nel 2023, ben il 98% degli italiani ha sentito parlare di Intelligenza Artificiale; di questi, il 29% possiede una conoscenza medio-alta sul tema. Nonostante l’interesse, permane però una certa confusione, evidenziata dal fatto che solo il 57% conosce il termine “Intelligenza Artificiale Generativa”. Circa il 77% degli italiani mostra preoccupazione riguardo all’IA, soprattutto per gli impatti potenziali sul lavoro. Tuttavia, solo il 17% è fermamente contrario all’integrazione dell’IA nelle attività professionali.

Il possibile impatto sull’occupazione e sull’automazione

Attualmente, l’IA in Italia ha il potenziale di automatizzare il 50% dei “posti di lavoro equivalenti”, rappresentando solo una minima parte di quanto possibile. Tuttavia, entro 10 anni, le nuove capacità delle macchine potrebbero sostituire il lavoro di 3,8 milioni di persone. Il dato sottolinea la necessità di un approccio bilanciato a questo strumento, considerando anche le previsioni demografiche. Sono i risultati della ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano.

L’adozione dell’IA nelle aziende italiane

Il 90% del mercato dell’IA in Italia è dominato dalle grandi imprese, mentre il restante 10% è equamente distribuito tra PMI e Pubblica Amministrazione. La quota di mercato predominante (29%) è rappresentata da soluzioni per analizzare ed estrarre informazioni dai dati.

Il 61% delle grandi imprese ha almeno un progetto di IA, quota che scende a 18% per le PMI. In particolare, pigiano sull’acceleratore le aziende che avevano già in avviato progetti in questo senso. La Generative AI sembra non influenzare significativamente il divario di adozione tra le organizzazioni.

Imprese, identificati 5 profili

L’analisi della maturità delle aziende rivela cinque profili distinti, con l’11% delle aziende classificate come “avanguardiste” che hanno raggiunto la piena maturità tecnologica, organizzativa e gestionale nell’adozione dell’IA. Il 23% è classificato come “apprendista”, mentre il restante 66% presenta situazioni eterogenee, da organizzazioni “in cammino” a aziende che non considerano ancora rilevante il tema dell’IA.

Dark web: l’analisi dell’ultimo anno e le previsioni per il 2024

Nell’ultimo Kaspersky Security Bulletin (KSB), gli esperti del Global Research and Analysis team di Kaspersky Digital Footprint Intelligence hanno realizzato un’analisi completa del 2023, e hanno fornito indicazioni sulle tendenze emergenti nel mercato sommerso del dark web, uno dei centri principali per i servizi illeciti della comunità dei criminali informatici.

Lo scorso anno, gli esperti hanno assistito a un aumento significativo dei furti e delle attività di estorsione sul mercato del dark web. Guardando al futuro, l’azienda prevede anche nuove sfide, tra cui una maggiore presenza di servizi di crypto-drainer, una maggiore promozione di siti web fraudolenti attraverso la search advertising, e un aumento dei ‘loader’ dannosi.

Aumento dei blog post dedicati al ransomware

Gli attori ransomware in genere creano blog per ricattare le aziende, rivelare nuovi attacchi di successo alle imprese o pubblicare i dati rubati. Nel 2022 sono stati pubblicati circa 386 blog post mensili su piattaforme pubbliche e sul dark web mentre nel 2023 la media è salita a 476, con un picco a novembre (634 post).

Le credenziali personali e aziendali sono esposte a un rischio crescente di fuga di informazioni. Il mercato del dark web ha registrato un aumento dei post relativi a malware stealer, progettati per rubare informazioni sensibili come credenziali di accesso, dettagli finanziari e dati personali. I criminali informatici vendono questi dati ad altri soggetti malintenzionati con lo scopo di rubare l’identità, commettere frodi finanziarie o altre attività illecite.

Cresce il volume dei file di log con dati di utenti compromessi

In particolare, i post che offrono i log di Redline stealer, una famiglia di malware molto diffusa, sono triplicati, passando da una media mensile di 370 nel 2022 a 1.200 nel 2023.
Complessivamente, il volume dei vari file di log di malware, contenenti dati di utenti compromessi e pubblicati sul dark web, è aumentato di quasi il 30% nel 2023, rispetto all’anno precedente.

Nel 2024 i truffatori si rivolgeranno sempre più alla pubblicità sui motori di ricerca per promuovere siti web contenenti malware. Se prima si affidavano alle e-mail di phishing, ora utilizzano gli annunci di Google e Bing per garantire che le loro pagine di destinazione, contenenti malware, ricevano le prime posizioni nei risultati di ricerca.

Sale la domanda di servizi di cripto-draining

I crypto drainer, una categoria di software malevoli progettati per il trasferimento rapido e automatico di fondi dai portafogli di criptovalute legittimi a quelli di attori malintenzionati, stanno guadagnando terreno. Kaspersky prevede un aumento della domanda di questo tipo di malware per il furto di criptovalute, con il conseguente aumento della presenza di annunci pubblicitari che ne promuovono lo sviluppo e la vendita sul mercato clandestino. L’interesse sostenuto per le criptovalute, gli NFT e i relativi asset digitali dovrebbe alimentare la proliferazione di questi drainer.

Lavoro: come iniziare il 2024 con il piede giusto, e senza malessere da ripresa

Finite le festività di Natale e Capodanno dopo un periodo più o meno lungo di pausa si torna al lavoro. Ma soprattutto all’inizio di un nuovo anno ripartire con il piede giusto è importante per non rendere troppo traumatico il rientro in ufficio e la ripresa della routine quotidiana. Per lavoratori e aziende il mese di gennaio è il momento della ripresa delle attività, ma talvolta la ripartenza può essere davvero difficile.

“Gestire l’ansia e lo stress che molto spesso caratterizzano questi momenti diventa fondamentale per non avere conseguenze importanti sul proprio benessere”, spiega Massimo Mariani di Ab Lavoro, società di ricerca e selezione di personale qualificato.

La salute dei dipendenti è una strategia di talent attraction vincente 

Molto spesso accade purtroppo che il ritorno al lavoro sia accompagnato da una situazione di disagio, se non addirittura un vero e proprio malessere da rientro. Per fortuna, un occhio di riguardo alla salute fisica e mentale delle persone costituisce un elemento sempre più vincente nelle strategie di talent attraction delle aziende.

“L’attenzione al proprio benessere è ormai fondamentale per tutti i lavoratori, che da qualche tempo non sono più disposti a scendere a compromessi – aggiunge Giacomo Grilli, di Ab lavoro -. Le aziende, se non vogliono perdere le risorse migliori, dovranno necessariamente iniziare a tenere in grande considerazione queste nuove necessità e cercare, per quanto possibile, di curare il benessere dei propri dipendenti”.

I consigli per combattere lo stress da rientro

Ecco allora qualche consiglio per combattere lo stress da rientro. Anzitutto, se possibile, cercare di non rientrare il lunedì, ma i giorni successivi. In questo modo, la settimana si accorcia e si ha la sensazione di avere più tempo a disposizione e riprendere le attività con gradualità.
Prima di staccare preparare una lista delle attività in ordine di priorità da svolgere una volta rientrati. Un quadro preciso di ciò che ci aspetta sarà utilissimo per evitare ansie e stress inutili.

Inoltre, evitare di fissare appuntamenti importanti durante i primi giorni di lavoro, e se per molti gennaio è un ottimo momento per riflettere sulla propria carriera, rivedere il cv, aggiornare il proprio profilo Linkedin o valutare altre opportunità lavorative.

Ogni giorno dovrebbe contenere una piccola vacanza

Al rientro, è fondamentale continuare a curare la propria presenza online e allargare il proprio network, riporta Adnkronos, così da aumentare le opportunità di sviluppo di carriera.
Coltivare buone relazioni con i colleghi, anche fuori dall’ufficio: cercare occasioni di incontro informali o di svago può aiutare a ridurre lo stress da rientro.

Durante le ferie regalarsi del tempo per attività che la routine quotidiana impedisce di fare ricarica poi le energie. Spostare la mente, anche solo temporaneamente, dagli impegni lavorativi, consente di tornare con maggiore carica e lucidità.
Ultimo consiglio: fare in modo che ogni giorno contenga una piccola vacanza (anche metaforica). Una piccola occasione di relax quotidiana contribuisce infatti a rendere il ritorno alla routine meno stressante.

Quali parole hanno definito il 2023?

Anche per il 2023 Babbel propone l’annuale retrospettiva linguistica delle parole protagoniste degli ultimi 12 mesi. Tra i blockbuster ‘Barbie’ e ‘Oppenheimer’, usciti nelle sale il 21 luglio 2023, all’inflazione, il peggioramento dell’emergenza climatica e l’escalation dei conflitti internazionali, il 2023 è stato un anno pieno di avvenimenti. Ma anche di innovazioni tecnologiche e nuovi trend, ognuno dei quali è accompagnato da termini ed espressioni peculiari entrate a far parte del dibattito pubblico.

A cominciare dai termini che riguardano clima, ambiente e disastri naturali. Come Wildfire, usato nel mondo anglosassone per descrivere gli incendi, o Stato di emergenza, o ancora, Ciarán, il nome del ciclone che a novembre si è abbattuto con particolare veemenza su Regno Unito, Francia, Spagna e Italia.

Le parole della guerra

La parola War fatigue, che significa letteralmente ‘stanchezza da guerra’, si riferisce invece al progressivo disinteressamento da parte dell’Occidente nei confronti delle sorti dell’Ucraina. A quasi due anni dall’invasione russa molti temono di non poter più contare sull’appoggio promesso.

Ceasefire (letteralmente, ‘cessate il fuoco’), è un’espressione inglese adottata in tutto il mondo in seguito all’aggravarsi della situazione israelo-palestinese nell’autunno 2023.
Chi invoca il ceasefire chiede perciò che vengano sospese tutte le attività militari per un determinato periodo di tempo nella zona colpita dal conflitto.

I termini dell’innovazione

Il 2023 è stato l’anno del boom mediatico dell’AI, con il lancio di nuovi strumenti resi accessibili al pubblico accompagnati dal diffondersi di una grande quantità di neologismi.
Tra questi, ‘deepfake’, che ha fatto il giro del web quando hanno cominciato ad apparire online video e immagini sintetici manipolati digitalmente per sostituire le sembianze di una persona con quelle di un’altra.

Ma il 6 maggio 2023, a settant’anni dall’incoronazione di Elisabetta II, quella di Charles III, Re del Regno Unito e di altri 14 regni del Commonwealth, è stata in grado di attirare l’attenzione di molti spettatori anche al di fuori dello Stato insulare.
Tra gli ospiti dell’Abbazia di Westminster si sono potuti contare i membri di altre famiglie reali d’Europa, leader politici internazionali, attori e pop star.

Non solo umani: da Titan a JJ4

Il 18 giugno 2023 si perdevano le tracce del sommergibile Titan con a bordo cinque persone dirette a esplorare il relitto del Titanic, a circa quattro chilometri sotto il livello del mare. Ma in pieno Antropocene, l’era dominata dall’essere umano, capita che gli animali facciano sentire la propria presenza in maniera inattesa e talvolta scomoda.

Così ha fatto parlare di sé nei mesi estivi il granchio blu, piccolo crostaceo originario dell’Atlantico che ha ‘invaso’ il Mediterraneo. Ma hanno fatto discutere, riporta Askanews, anche le orse JJ4 e Amarena, e il cervo Bambotto, protagonisti di episodi cruenti che hanno riacceso le discussioni in merito alla convivenza tra animali selvatici ed essere umano. Nonché all’impatto del cambiamento climatico sull’habitat di molte specie.

Startup Fintech & Insurtech: in Italia ricavi +60%, finanziamenti -81%

Sono 622 le startup Fintech & Insurtech in Italia nel 2023, -8 rispetto al 2022, tra 24 nuove nate, alcune acquisizioni e qualche fallimento. Segnale di maggiore maturità, ma anche di una fisiologica uscita dal mercato di idee che non hanno trovato pieno riscontro.
Nel 2023 hanno raccolto risorse per 174 milioni di euro: -81%, in linea con un trend globale di maggior cautela da parte dei Venture Capital.

Circa una startup su tre (35%) ha già raggiunto utili positivi, trainati anche da ricavi, che risultano mediamente in crescita del 60% rispetto al 2022. 
Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano.

Clienti pronti per la banca digitale 

Ma le startup italiane faticano ancora a uscire dai confini nazionali, in termini di funding e dell’offerta di business. Solo il 41% offre servizi anche all’estero, un po’ meno rispetto all’anno scorso.
In ogni caso, per l’innovazione dei servizi finanziari e assicurativi il ruolo delle startup e dei grandi operatori è cruciale, poiché si stanno orientando sempre più verso canali digitali. E i consumatori si dimostrano pronti: il 66% dei clienti italiani utilizza almeno un canale finanziario digitale, il 57% mobile.

Nel 2023 crescono poi gli utenti home e mobile banking, le transazioni online e i clienti acquisiti completamente online. Per servizi più complessi, come stipula di mutuo o polizza vita, la disponibilità all’utilizzo del digitale rispetto alla filale è molto più bassa.

Pmi e microimprese

Il 27% delle microimprese ha già richiesto online un prestito, più un 8% che vorrebbe farlo pur non avendone la possibilità, mentre in ambito assicurativo, il 23% ha già attivato una polizza online e un altro 11% vorrebbe poterlo fare.
La maggior parte (74%) fa uso di servizi mirati all’analisi dei bisogni assicurativi.
Le Pmi hanno bisogni finanziari più complessi: il 36% ha richiesto un prestito tramite canali online e il 34% ha attivato una polizza assicurativa online.

Anche in ambito assicurativo la maggior parte delle Pmi (89%) fa uso di servizi mirati per l’analisi dei bisogni assicurativi.
Ma il rapporto diretto con gli operatori finanziari è fondamentale. Il 93% delle Pmi identifica in banca una figura di fiducia a cui rivolgersi in caso di problemi.

AI Generativa

Il 19% delle startup Fintech e Insurtech in Italia si sta già concentrando sull’AI Generativa.
Dall’analisi delle soluzioni adottate, emergono due principali casi d’uso al momento sul mercato: soluzioni sviluppate per essere utilizzate internamente all’azienda o per soddisfare le esigenze dei clienti (retail, business), come chatbot per assistere il cliente nella ricerca di informazioni o prendere decisioni riguardo al proprio business.

Nella strategia per offrire i servizi sono tre le opzioni possibili: la prima è utilizzare uno strumento di Generative AI esistente e costruire un plug-in da utilizzare direttamente nell’ambiente di questo strumento, la seconda è il fine-tuning di un modello esistente, e la terza è costruire il modello da zero. Più costosa, ma sicuramente più distintiva.

Luce e gas, mercato tutelato in scadenza da gennaio 2024: cosa succede?

A partire dal 10 gennaio 2024 per il gas e dal 1° aprile 2024 per l’energia elettrica gli utenti italiani dovranno dire addio al regime a prezzi regolamentati stabiliti dall’Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.
Sono queste le date fissate per la fine del mercato tutelato di luce e gas, e gli italiani saranno obbligati a scegliere un fornitore nel mercato libero.  

Secondo Arera, la tutela di prezzo per i clienti domestici non vulnerabili di gas naturale, ovvero, famiglie e condomini, terminerà appunto a gennaio 2024, mentre per quelli di energia elettrica a partire da aprile 2024.

La transizione al mercato libero non comporterà un’interruzione immediata delle forniture

Le microimprese clienti di energia elettrica hanno invece già concluso il passaggio ad aprile 2023.In ogni caso, la transizione dal mercato tutelato a quello libero non comporterà una interruzione immediata delle forniture a coloro che non effettueranno la scelta in tempo.

Chi non effettuerà in tempo la scelta tra i fornitori nel mercato libero verrà incluso nel servizio a tutele graduali.
Una questione ancora in sospeso riguarda la possibilità di una proroga. Nonostante non ci siano ancora conferme ufficiali, diverse voci politiche hanno espresso la volontà di estendere il termine.

In previsione c’è una proroga di qualche mese?

Vannia Gava, la viceministra dell’Ambiente, ha dichiarato: “Prevedremo una proroga di qualche mese. Stiamo lavorando in questa direzione”, mentre il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha commentato: “Stiamo lavorando non tanto a un percorso giuridico di proroga, ma a un approfondimento serio, tecnico, realistico sulle modalità di uscita. Il nostro dovere è che la fine del mercato tutelato sia più liscio, informato e semplice possibile – spiega il ministro -. Sto aspettando che gli operatori e Arera mi diano tutti gli elementi di quello che può essere un percorso tecnico di attuazione”.

Una migrazione per oltre 10 milioni di utenze domestiche

Ma, continua il ministro Pichetto Fratin, “Non è una proroga giuridica, ma è un ragionamento che stiamo facendo con dei tempi certi, che diano la garanzia di informazione alle famiglie e di rapporto con le banche”.

Dal canto loro, con oltre 10 milioni di utenze domestiche da migrare, le associazioni dei consumatori stanno esercitando pressione per ottenere una proroga.
Tuttavia, fino a nuove comunicazioni, le date da tenere a mente rimangono il 10 gennaio 2024 per il gas e il 1° aprile 2024 per l’elettricità.

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